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Visualizzazione dei post da maggio, 2012

PERCEZIONE (A PARMA) DEL SISMA PIANURA EMILIANA DEL 20 MAGGIO 2012

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Il sisma a Parma è stato percepito chiaramente, volendo fare un confronto non approfondito ma comunque indicativo con i recenti sismi del 25 e 27 gennaio vediamo la registrazione della stazione del Campus. (fonte http://shakemap.rm.ingv.it/shake/index.html) confrontandolo con quello del 25 gennaio (il più forte a Parma) che riporto sotto si nota come i valori (esempio velocità) siano inferiori (quindi abbiamo sentito meno questo del 20 maggio) Volendo invece comprendere l'entità percepita a Modena (vedi tabella sotto) si nota come il sisma del 20 a Modena sia stato molto più sentito di quanto a Parma si sia sentito quello del 25 gennaio. Non vi sono sul sito http://shakemap.rm.ingv.it/shake/index.html dati di stazioni in zona epicentro ma la stima fatta dalle mappe è molto chiara, i valori di velocità sono molto elevati.

Dialogo con un amico “ARCHITETTO OPENSOURCE” (Davide Sigurtà)

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Ho conosciuto Davide Sigurtà nel 2005 in seguito al sisma di Salò (BS) del 2004. Ero stato contattato da un restauratore cremonese dicendomi che si stava creando un gruppo per affrontare in modo integrato e con competenze diversificate, gli interventi di restauro di alcune chiese danneggiate dal sisma del Lago di Garda. Mi reco quindi presso una di queste chiese dove mi aspetta il gruppo ed in particolare l'architetto che coordina i restauri. Lo trovo in cima ad un trabattello che urla in preda all'entusiasmo e fa segni vari agli altri del gruppo, sembra un “ragazzino” (all'epoca 32 anni) che gioca a fare il capitano della nave pirata. L'empatia è immediata (la passione per il lavoro per me è molto simile al bambino che gioca) , che si traduce nel tempo in una continua collaborazione professionale (entro come consulente scientifico nel Gruppo Recuperando ) nonché in amicizia. Come in ogni amicizia ci sono degli interessi comuni, uno di questi è la filosofia

PROVE DI INVOLUCRO PER IL COMFORT TERMICO INDOOR

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In un post precedente abbiamo parlato del legame tra comfort indoor e la porzione interna dell'involucro. L'aspetto igrometrico è già stato trattato qui , ora tentiamo di affrontare in modo sperimentale quello termico. Dato che l'argomento è oggetto di studio da parte della Prof.Agnese Ghini dell'Università di Parma (con Agnese esiste da tempo un rapporto collaborativo che si è già concretizzato in progetti analoghi) ho esposto la mia idea di costruire uno strumento per tentare di effettuare misure su questo argomento. Agnese ha deciso di affiancare questa attività proponendo una tesi ad uno studente che già si era distinto per le sue abilità sperimentali nella sua tesi triennale (Facoltà di Ingegneria, Univ. di Parma:"Il comportamento termoigrometrico dell'involucro edilizio. Verifiche di calcolo e sperimentali su un progetto realizzato in tecnologia stratificata a secco". Laureando: Ghirardini Emiliano, Relatore Prof. ssa A. Ghini, Correlatore Dot

MOISTURE BUFFERING (un modo per controllare i problemi di umidità e condensa)

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Nel post precedente si parlato della capacità che potrebbero avere gli involucri nello smorzare e sfasare l'umidità interna, cioè assorbirla e restituirla quando serve (in inglese Moisture Buffering, trad. tampone igrometrico) per incrementare il comfort indoor e eliminare i fenomeni di condensa e muffe. E' ovvio che la domanda che viene spontanea è...ok ma come si fa?. Il nostro approccio è sempre lo stesso, sperimentiamo e misuriamo, possibilmente a bassissimo costo. Abbiamo in primo luogo ragionato sui materiali da potersi utilizzare per la porzione di involucro interno, intonaco a base di calce, cemento, gesso, argilla..pannelli di legno, di cartongesso etc.(la terra cruda è una nostra passione per l'autocostruzione). Dato che l'argomento è connesso anche con la conservazione di beni culturali (esempio controllo microclima museale) e le prime sperimentazioni interessanti trovate sono proprio in tal campo, abbiamo chiesto al Prof. Sandro Meli docente di Tecnich

INVOLUCRO E COMFORT INDOOR

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Una questione a mio parere poco affrontata nell'ambito del comfort indoor è il ruolo che svolge la porzione interna dell'involucro edilizio. Se infatti è ormai prassi parlare di involucri superisolati con bassa trasmittanza termica e subordinatamente di  involucri con buon comportamento estivo, esempio trasmittanza periodica, è poco comune sentire parlare di involucri atti a sfasare e smorzare le sollecitazioni termiche ed igrometriche provenienti dall'interno. Cioè l'attenzione è posta molto alla funzione di isolamento dall'esterno tenendo poco conto quello che accade all'interno. Ad esempio se in una camera da letto dopo 5-6  ore di utilizzo si crea una umidità relativa troppo elevata come nel caso del grafico sottostante, è interessante valutare se la superficie interna dell'involucro possa assorbire parte dell'umidità per restituirla quando non da più fastidio (ad esempio alla mattina dopo che gli utenti si sono svegliati e possono aprire le fi

TEATRINO DELL'INNOVAZIONE (edilizia)

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Nell'ambito dell'edilizia l'innovazione ha spesso seguito percorsi che prediligono i grandi gruppi industriali produttori di materiali o di sistemi, e spesso gli operatori, dai tecnici, agli artigiani, alle imprese hanno subito le spinte del mercato limitandosi a "vendere" ricette preconfezionate come nel "teatrino" sopra riportato. Una domanda, è bene uscire da questo teatrino? quale può essere un giusto approccio?