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Visualizzazione dei post da 2012

MISURA FREQUENZA, DOPPIA RISONANZA &C

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NOTA BENE: questo post è provvisorio ed in forma di bozza In questo post avevo confrontato i modi di vibrare di una palazzina di 3 piani a Parma in caso di piccolo sisma e con i microtremori, in quest'altro post avevo confrontato i modi di vibrare di un pilastrino di mattoni a diverse tensioni in assenza di sollecitazioni e con sollecitazioni, e nello stesso avevo anche fatto riferimento a misure fatte ad Urbino sempre con piccolo sisma e con microtremori. Ecco le misure fatte su una casa di 2 piani muratura portante in assenza di sisma con la tecnica HV microtremori e con il sisma     (29 maggio e 3 giugno). HV microtremori piano primo direzione est ovest HV microtremori piano primo nord sud Si evidenzia bene la differenza di rigidezza (7 hz e 5 hz con diversa ampiezza) connessa ai muri di spina orientati est ovest (misure fatte anni fa). Sotto riporto gli spettri in accelerazione (stessa casa stesso piano sisma delle 21 circa del 3 giugno) Spettro ac

PERCEZIONE (A PARMA) DEL SISMA PIANURA EMILIANA DEL 20 MAGGIO 2012

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Il sisma a Parma è stato percepito chiaramente, volendo fare un confronto non approfondito ma comunque indicativo con i recenti sismi del 25 e 27 gennaio vediamo la registrazione della stazione del Campus. (fonte http://shakemap.rm.ingv.it/shake/index.html) confrontandolo con quello del 25 gennaio (il più forte a Parma) che riporto sotto si nota come i valori (esempio velocità) siano inferiori (quindi abbiamo sentito meno questo del 20 maggio) Volendo invece comprendere l'entità percepita a Modena (vedi tabella sotto) si nota come il sisma del 20 a Modena sia stato molto più sentito di quanto a Parma si sia sentito quello del 25 gennaio. Non vi sono sul sito http://shakemap.rm.ingv.it/shake/index.html dati di stazioni in zona epicentro ma la stima fatta dalle mappe è molto chiara, i valori di velocità sono molto elevati.

Dialogo con un amico “ARCHITETTO OPENSOURCE” (Davide Sigurtà)

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Ho conosciuto Davide Sigurtà nel 2005 in seguito al sisma di Salò (BS) del 2004. Ero stato contattato da un restauratore cremonese dicendomi che si stava creando un gruppo per affrontare in modo integrato e con competenze diversificate, gli interventi di restauro di alcune chiese danneggiate dal sisma del Lago di Garda. Mi reco quindi presso una di queste chiese dove mi aspetta il gruppo ed in particolare l'architetto che coordina i restauri. Lo trovo in cima ad un trabattello che urla in preda all'entusiasmo e fa segni vari agli altri del gruppo, sembra un “ragazzino” (all'epoca 32 anni) che gioca a fare il capitano della nave pirata. L'empatia è immediata (la passione per il lavoro per me è molto simile al bambino che gioca) , che si traduce nel tempo in una continua collaborazione professionale (entro come consulente scientifico nel Gruppo Recuperando ) nonché in amicizia. Come in ogni amicizia ci sono degli interessi comuni, uno di questi è la filosofia

PROVE DI INVOLUCRO PER IL COMFORT TERMICO INDOOR

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In un post precedente abbiamo parlato del legame tra comfort indoor e la porzione interna dell'involucro. L'aspetto igrometrico è già stato trattato qui , ora tentiamo di affrontare in modo sperimentale quello termico. Dato che l'argomento è oggetto di studio da parte della Prof.Agnese Ghini dell'Università di Parma (con Agnese esiste da tempo un rapporto collaborativo che si è già concretizzato in progetti analoghi) ho esposto la mia idea di costruire uno strumento per tentare di effettuare misure su questo argomento. Agnese ha deciso di affiancare questa attività proponendo una tesi ad uno studente che già si era distinto per le sue abilità sperimentali nella sua tesi triennale (Facoltà di Ingegneria, Univ. di Parma:"Il comportamento termoigrometrico dell'involucro edilizio. Verifiche di calcolo e sperimentali su un progetto realizzato in tecnologia stratificata a secco". Laureando: Ghirardini Emiliano, Relatore Prof. ssa A. Ghini, Correlatore Dot

MOISTURE BUFFERING (un modo per controllare i problemi di umidità e condensa)

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Nel post precedente si parlato della capacità che potrebbero avere gli involucri nello smorzare e sfasare l'umidità interna, cioè assorbirla e restituirla quando serve (in inglese Moisture Buffering, trad. tampone igrometrico) per incrementare il comfort indoor e eliminare i fenomeni di condensa e muffe. E' ovvio che la domanda che viene spontanea è...ok ma come si fa?. Il nostro approccio è sempre lo stesso, sperimentiamo e misuriamo, possibilmente a bassissimo costo. Abbiamo in primo luogo ragionato sui materiali da potersi utilizzare per la porzione di involucro interno, intonaco a base di calce, cemento, gesso, argilla..pannelli di legno, di cartongesso etc.(la terra cruda è una nostra passione per l'autocostruzione). Dato che l'argomento è connesso anche con la conservazione di beni culturali (esempio controllo microclima museale) e le prime sperimentazioni interessanti trovate sono proprio in tal campo, abbiamo chiesto al Prof. Sandro Meli docente di Tecnich

INVOLUCRO E COMFORT INDOOR

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Una questione a mio parere poco affrontata nell'ambito del comfort indoor è il ruolo che svolge la porzione interna dell'involucro edilizio. Se infatti è ormai prassi parlare di involucri superisolati con bassa trasmittanza termica e subordinatamente di  involucri con buon comportamento estivo, esempio trasmittanza periodica, è poco comune sentire parlare di involucri atti a sfasare e smorzare le sollecitazioni termiche ed igrometriche provenienti dall'interno. Cioè l'attenzione è posta molto alla funzione di isolamento dall'esterno tenendo poco conto quello che accade all'interno. Ad esempio se in una camera da letto dopo 5-6  ore di utilizzo si crea una umidità relativa troppo elevata come nel caso del grafico sottostante, è interessante valutare se la superficie interna dell'involucro possa assorbire parte dell'umidità per restituirla quando non da più fastidio (ad esempio alla mattina dopo che gli utenti si sono svegliati e possono aprire le fi

TEATRINO DELL'INNOVAZIONE (edilizia)

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Nell'ambito dell'edilizia l'innovazione ha spesso seguito percorsi che prediligono i grandi gruppi industriali produttori di materiali o di sistemi, e spesso gli operatori, dai tecnici, agli artigiani, alle imprese hanno subito le spinte del mercato limitandosi a "vendere" ricette preconfezionate come nel "teatrino" sopra riportato. Una domanda, è bene uscire da questo teatrino? quale può essere un giusto approccio?

IMPRONTA MICROSISMICA

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Nel post precedente abbiamo declamato la solidità del bancone fatto con mattoni a secco. Nostra tradizione e vocazione è la diagnostica (...e poi da veri makers amiamo mescolare artigianalità e tecnologia), pertanto ci siamo posti il problema ( il consolidamento sarà stato efficace?, potrò verificarlo nel tempo?). Queste in realtà sono domande che nel caso dei beni storico architettonici, ma anche nell'edilizia in genere sarebbe bene porsi sempre...ma continuiamo il nostro gioco. Prima domanda (avremo migliorato la compattezza del pilastrino?) Abbiamo fatto una prima prova ecometrica per verificare la velocità dell'onda sonica attraverso il pilastrino in condizioni di tensionamento e detensionamento, sperando di trovare un incremento della stessa con il tensionamento. La strumentazione utilizzata è costituita da un martello strumentato con accelerometro e un ricevitore sempre costituito da un accelerometro. Nella foto si vede la prova con il martello strumentato. Prova

TRASFERIMENTO IDEE

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Nell'ambito del consolidamento nel campo dei beni storico e architettonici si applica (raramente) una tecnica molto interessante basata sull'uso di cavi metallici tensionati/tensionabili. Per gioco abbiamo trasferito tale tecnica per costruire un tavolo-bancone DIY  in una ex stalla ora utilizzata come deposito e locale "ricreativo". Ecco gli schizzi della tecnologia applicata al progetto. I materiali utilizzati sono 1 cavetto metallico,1 tenditore, pezzi di tubo di rame, sono stati inoltre utilizzate due tasselli ad anello. I mattoni impilati a secco sono quelli delle mangiatoie originali della stalla che si stavano disgregando, idem le assi del bancone. Quindi a parte il cavetto e raccordi i materiali sono a Km 0. L'idea era inoltre la totale reversibilità del manufatto. Una volta tolta la tensione i materiali possono essere riutilizzati per altre applicazioni. A tal fine il pilastrino è solo appoggiato al terreno. Nelle foto sottostanti si riporta i

VOCE DEL TERREMOTO

In riferimento all'articolo apparso su Repubblica e visibile qui   nel nostro piccolo anche noi abbiamo registrato la voce del sisma del 25 gennaio di mezzanotte (vedi post precedenti) che potete sentire nel filmato qui. sotto. La registrazione è stata effettuata nel nostro studio al terzo piano in una palazzina a Parma

PERCEZIONE DEI SISMI DEL 25 E DEL 27 GENNAIO 2012 A PARMA

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In questi giorni si è parlato e discusso della percezione dei  due sismi e quale fosse stato il più "forte". L' INGV ha assegnato al sisma del 25 magnitudo 4.9 e 5.4 a quello del 27, pertanto quello del 27 risulta "più forte". Se però vogliamo comprendere come "abbiamo sentito" i due sismi è bene fare riferimento alla velocità e accelerazione del suolo durante il sisma nella zona in cui eravamo. L'INGV ha pubblicato le mappe di accelerazione e velocità al suolo riportate qui sotto, nonchè i valori registrati dalla stazione sismica del campus di Parma. (http://shakemap.rm.ingv.it/shake/index.html) Guardando i valori delle tabelle e le mappe si comprende come a Parma la velocità e l'accelerazione del suolo sia stata maggiore il 25. Dati stazione sismica Parma da sito http://shakemap.rm.ingv.it/shake/index.html Ciò quindi non è solo "percezione sensoriale" questi parametri (anche insieme ad altri) sono infatti quelli che ven

MISURE TERREMOTO 25/01/12 ORE 23.01 (UTC) ore 24 ora locale su palazzina di 3 piani a Parma

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In seguito alla scossa del 25/01/12 delle ore 9 circa abbiamo attivato una nostra stazione sismica (SARA  Electronic Instruments S.r.l.)   posizionandola nel nostro studio (palazzina di tre piani in via Langhirano a Parma). La finalità era di cogliere ulteriori piccole scosse di assestamento per capire i modi di vibrare dell’edificio in caso di sisma . Abbiamo utilizzato la piccola scossa registrata a mezzanotte in quanto molto “pulita” da tutto il traffico dello studio ed urbano che si evidenziava nelle altre scosse un po più forti registrate durante il giorno. Siamo particolarmente interessati a tale studio in quanto in genere misuriamo i modi di vibrare della struttura utilizzando la tecnica dei microtremori, cioè con misure in assenza di sisma, solo con i microtremori ambientali (verifica modi di vibrare e valutazione rischio doppia risonanza). Per quanto ampia letteratura e sperimentazione proviene dal mondo Giapponese ci piaceva documentarlo ulte